Con il nostro ultimo volantino abbiamo raccontato ai cittadini di Agosta i recenti cambi che hanno interessato la Giunta Comunale, rimediando all’omertà manifesta del Sindaco (pro tempore). Si è aggiunto, ora, un nuovo tassello alla ricomposizione di un puzzle che rappresenta il disegno di quella che, senza remore di alcun tipo, definiamo la pagina più nera della storia amministrativa del nostro paese. Le vicende che stanno caratterizzando la “valente” (si fa per dire) legislatura in corso, fanno impallidire finanche il ricordo dello squallore dell’emerito predecessore (fortunatamente uscito di scena anzitempo rispetto agli accordi pre-elettorali) e quasi rimpiangere i fasti delle storiche amministrazioni, quando almeno esisteva una chiara linea politica che, seppure discutibile, non si reggeva sull’equilibrio dell’ipocrisia dei rapporti tra le persone. E’ accaduto che un Consigliere, primo tra gli eletti con il peso delle sue 100 personali preferenze, è fuoriuscito dal gruppo consiliare di maggioranza rinunciando alle deleghe conferitegli dal Sindaco ad inizio legislatura. Dati oggettivi alla mano: il Gruppo di Maggioranza perde la legittimazione dei 100 elettori che hanno riconosciuto fiducia al Consigliere fuoriuscito, assegnandogli il mandato di operare per la comunità locale in virtù delle sue capacità e della sua visione amministrativa, promossa e mai nascosta dal diretto interessato in sede di campagna elettorale, oltre che provata a mettere in atto nella praticità del suo mandato. Il Sindaco perde quindi la rappresentatività di 100 elettori nel “suo” Gruppo in un contesto in cui la carica di primo cittadino è stata strappata sul filo del rasoio (tenuto dalla parte del manico con annessi e connessi … ).
Aldilà dei numeri, comunque non contraddicibili, quello che sta accadendo in seno al Gruppo di Maggioranza assume una connotazione particolarmente grave, fatta di verità che “non vede solo chi non le vuole vedere”. Si tratta di situazioni denunciate direttamente da chi, in prima persona e da dentro il Gruppo, ha percepito “molteplici ingerenze” sulle attività proprie della sua delega, a testimonianza di una “ovvia esistenza di una radicata sovrastruttura che gravita attorno all’amministrazione comunale e che ne condiziona l’operato”.
“Caro” sindaco, riecheggiano le parole di un nostro volantino di ormai più di un anno fa …. la tua coscienza (a parole) sembrava allora scalfita da un unico desiderio, quello di rispondere con i fatti ad un nostro palese invito: non rimproverare a te stesso, alla fine del tuo mandato (speriamo anche oggi stesso!), di non aver provato a porre un freno alla lacerazione della nostra comunità liberandoti dai tuoi collaboratori diretti e indiretti che muovono nella direzione opposta a quella dell’unità e annichiliscono e affossano ogni tentativo di rivitalizzazione di una realtà dormiente che sta sprofondando nel baratro del nulla.
Sei tu il principale responsabile di questo drammatico momento storico del nostro paese. Sei tu, che con il tuo “parlare” mai chiaro e sempre volutamente ambiguo, stai sugellando la spaccatura sociale tra due parti della nostra comunità, chiaro riflesso delle dinamiche politiche locali. Tra le parti, si colloca l’indifferenza degli altri (forse la maggior parte degli agostani), di tutti coloro che hanno deciso di prendere le distanze dallo “schifo” nel quale stai lasciando affogare lo spirito propositivo e rivitalizzante di chi, invece, intende promuovere il superamento di quei “dissapori mossi da interessi di qualsiasi natura oppure da attriti di vecchia data”.
Di occasioni per dimostrare che eri diverso, come sarebbe stato auspicabile per il bene del nostro paese, ne hai avute parecchie nei due anni dal tuo insediamento: tanti i treni persi che invece avrebbero potuto far percorrere alla tua triste storia legislativa una strada ben più virtuosa. Sei rimasto ingabbiato nelle prevaricazioni dei tuoi accoliti al punto tale che la tua impresa amministrativa è condizionata dalle ingerenze dettate da terzi e non libera di orientarsi verso la chimera del “bene comune”. Anteponi il desiderio di mantenere ben tessuta (cit. PENELOPO) la rete dei consensi agli effettivi interessi della comunità che sei stato chiamato ad amministrare, alla disperata ricerca di una legittimazione (tra le “tue” persone) che sapevi fin dall’origine del tuo mandato non appartenerti (ti è piaciuto vincere facile con il coltello ben tenuto dal manico?) e che ora ti sfugge come sabbia sotto i piedi nel bagnasciuga. Ti stai distinguendo per il carattere di spietato “ragioniere”, abituato a spostare i numeri per far disperatamente quadrare i tuoi bilanci (AH! LE CASSE COMUNALI!!) da non accorgerti che il nostro paese è fatto prima ancora di persone, da sottovalutare l’importanza di gettare il seme per “garantire alle future generazioni una pacifica convivenza ed allontanare ulteriori e indesiderati rancori”. Sei il freddo carnefice dell’innocenza, di quel sentimento pulito (scevro da rancori, dissapori e interessi di ogni sorta) che fa agire per il bene comune: un RE ERODE travestito da PULCINELLA che con false promesse, mezze verità e piene menzogne sta uccidendo i tentativi di superamento degli attriti tra le parti. Sei la condanna all’immobilismo e alla morte sociale del nostro paese. Data la gravità delle situazioni tratteggiate, auspichiamo nell’interesse di tutti, due cose: che tutti i cittadini di Agosta aprano gli occhi per voler vedere e che l’ERODE nostrano avvii un nuovo percorso assumendo quantomeno le sembianze di un più “valente” PILATO, lavandosi le mani (ESCI DI SCENA!!) e facendo decidere al popolo … ciò che è veramente meglio per Agosta!!
Agosta, lì 08/07/2018
Il Gruppo Politico #CAMBIAMOAGOSTA
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